In relazione al titolo “Residenti in rivolta non vogliono pagare la tassa di bonifica”, apparso oggi sulla Nuova Venezia, mistificatorio non solo della realtà ma anche del contenuto dell’articolo stesso, riteniamo di dover fare chiarezza su alcune punti.

Dall’inclusione di alcune aree dei comuni di Gruaro, Cinto Caomaggiore e Pramaggiore, complessivamente 2800 ditte, parecchie delle quali non dovranno comunque alcun contributo, il Consorzio non ricaverà un Euro in più di quanto previsto dal bilancio 2017. Semplicemente il carico contributivo è stato redistribuito su tutto il comprensorio di bonifica.

I dati di riscossione dei contributi nei tre comuni interessati dicono che, nel comune di Cinto Caomaggiore, a fronte di una prima rata di contributi complessivamente pari a € 38.014,04 con scadenza 30 ottobre, ad oggi risultano incassati € 31.661,61. Nel comune di Gruaro la prima rata è di 25.290,43 e l’incasso è stato di 27.323,33. Infine nel comune di Pramaggiore dove la prima rata è di € 38.678,85, l’incasso ad oggi è di 38.792,34. Ciò significa che numerosi consorziati hanno già pagato anche la seconda rata in scadenza il 15 dicembre.

Partendo dal presupposto che ritrovarsi un avviso di pagamento che non si era mai ricevuto prima non fa mai piacere, il Consorzio ha concordato con i Comuni di Cinto Caomaggiore e Pramaggiore un incontro pubblico, mentre con il Comune di Gruaro un incontro con il consiglio comunale in cui, in un clima di reciproco ascolto, ha chiarito e motivato le ragioni che hanno portato ad includere nuove aree di questi comuni nel perimetro di contribuenza ed i propri programmi di intervento nei tre comuni.