“Aiuti e non sussidi: cogliamo l’indicazione del Premier, Draghi ed offriamo ad Governo, che si caratterizza per la determinante urgenza  degli obbiettivi da raggiungere, il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica del Paese,  un concreto contributo  nel quadro del Green New Deal  e nella prospettiva del Recovery Plan,  i cui tempi sono dettati dai cronoprogrammi europei: istruttorie completate entro il 2023, conclusione e rendicontazione dei lavori entro il 2026”.

A dichiararlo, all’indomani della fiducia delle Camere al nuovo Esecutivo,  è il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), Francesco Vincenzi, che prosegue:

“Avere un cospicuo pacchetto di progetti definitivi ed esecutivi, cioè in avanzato iter procedurale, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento pari a € 4.339.137.530,77 , riteniamo sia un determinante  tassello per rispettare le scadenze comunitarie, contribuendo ad un nuovo modello di sviluppo per il Paese. L’importante è fare presto e fare bene: i Consorzi di bonifica ed irrigazione hanno dimostrato di saperlo praticare.”

Il Piano ANBI presenta  729 progetti per opere di manutenzione straordinaria sulla rete idraulica italiana; costo previsto: oltre 2 miliardi 365 milioni di euro, in grado di assicurare circa 11.800 posti di lavoro.

Non solo: il Piano ANBI guarda al futuro ed indica la possibilità di realizzare rapidamente 23 nuovi bacini di accumulo idrico (capacità: mc. 264.493.800) per un investimento di oltre 1 miliardo e 230 milioni di euro con 6.154 nuovi posti di lavoro.

In Italia, inoltre, ci sono 90 bacini idrici, la cui capacità (mc. 697.775.190) è ridotta di oltre il 10% (mc. 72.439.993), perché interriti; per la loro pulizia si stima un costo di quasi 291 milioni di euro, capace di garantire circa 1.450 posti di lavoro.

Non è questo, tuttavia, l’unico dato sorprendente fornito dal Piano di progetti definitivi ed esecutivi (iter burocratico espletato ed in attesa solo di finanziamento), redatto dai Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani: nel Paese, infatti, ci sono 16 bacini incompiuti (capacità complessiva: mc. 96.015.080), per il cui completamento servono circa 451 milioni di euro, che attiverebbero 2.258 posti di lavoro.

“E’ evidente che riportare la potenzialità degli invasi italiani alle quote originarie significa dotare il territorio di un enorme serbatoio a servizio della multifunzionalità della risorsa idrica – commenta infine Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - Da questi dati emerge la piena sintonia con le compatibilità fra ambiente, sviluppo ed economia, indicate nel programma del Presidente del Consiglio. Ci rivolgiamo, in particolare, al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per un confronto sulle opportunità occupazionali offerte dal nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica del Paese.”